Il ricordo di Giulio Tarro
In memoria di un Amico
“Non ti chiedo perché me l’hai tolta, ma ti ringrazio per avermela donata” (Sant’Agostino)
Di fronte alla morte di Marco Senese, è difficile dire se pesi di più il ricordo per aver conosciuto per anni una persona così valida o il senso di vuoto che la sua scomparsa ci ha lasciato. Avendolo incontrato per tanti bellissimi anni, innumerevoli sono i ricordi che affiorano, tutti attestanti le straordinarie qualità: la sua capacità di trasmettere entusiasmo, la sua puntigliosa cura nel seguire ogni iniziativa, la sua totale abnegazione alla professione dell’ingegnere. E anche quando la malattia, che lo ha attanagliato, si è trasformata in una condanna senza appello, anche quando la sofferenza avrebbe dovuto cedere il posto ad un legittimo distacco dagli impegni di tutti i giorni, Marco ancora una volta, ci ha sbalordito e ammaliato con la sua assoluta dedizione e determinazione nel seguire ogni attività anche dell’Associazione Ingegneri.
Conobbi per la prima volta Marco nell’ambito di una conferenza scientifica sulla protezione civile. Quell’incontro fu l’inizio di una bellissima amicizia durata più di trent’anni e di una serie di innumerevoli prestigiosi convegni scientifici che sono stati un importante punto di riferimento per il mondo medico e per quello dell’ingegneria.
E in questi trent’anni Marco ha continuato ad operarsi infaticabilmente per il suo territorio, sia dal punto di vista del risanamento ambientale che da quello sanitario, culturale e formativo; e ricordo con commozione le nostre stupende chiacchierate, davanti ad un buon pasto, sui tanti progetti messi in cantiere da Marco; la sua dedizione alla comunità, il suo essere credente.
Una cosa che, ricordo, ci accomunava era la voglia di operare per realizzare una struttura di volontariato; un volontariato dello spirito, agile, dinamico, per far fronte ad un mondo sempre più globalizzato che, viaggiando così in fretta. Rischia di perdere importanti punti di riferimento e valori secolari. E per creare questo prezioso tessuto di relazioni è prioritario utilizzare con la massima attenzione tutti i segnali e messaggi provenienti dalle varie forme dell’arte, della musica, della letteratura, della moda…che sono osservatori privilegiati delle esperienze giovanili. Un volontariato che, per fare nostre le parole di Giovanni Paolo Secondo non sia una semplice sommatoria di operatori sociali e di pur generosi filantropi ma che sia capace di apportare uno specifico contributo evangelico.
Che sia “il sale della Terra”, la “luce del Mondo”. Di un mondo in cui prevalgono le cose urgenti su quelle importanti.
Addio Marco. Ci manchi.
Giulio Tarro